non siamo riusciti ad andare a nor arax, a fare l'incontro.
avremmo voluto, le suore clarisse che abitano l'edificio centrale del villaggio, quando abbiamo chiesto se ci avrebbero ospitati nel loro giardino per l'incontro ci hanno risposto "come no! il cielo è di tutti, e la terrra è di tutti".
ma alla fine abbiamo deciso di restare in fiera del levante, per non essere troppo indiscreti.
nor arax è un villaggio armeno in via amendola, dove centinaia di armeni trovarono rifugio a partire dal 1926, anno in cui Nazariantz e l'animi proposero di accogliere i rifugiati del genocidio, provvisoriamente a salonicco.
il villaggio esiste tuttora, ed è abitato da alcune famiglie, discendenti di quei primi ospiti.
la fabbrica di tappeti che fu costruita, portava a bari il sapere mediorientale di intrecciare i tappeti e lo risignificava, rendendo ogni nodo la tessitura di una memoria sradicata e ferita.
il tappeto diventa così un oggetto condiviso e simbolico, dispositivo estetico di una memoria collettiva che prende forma nelll’intreccio dei suoi nodi.
carlo coppola, raffinato intellettuale barese, ha introdotto la questione storica di nor arax, aprendo alcune riflessioni approfondite poi nel confronto con rupen e dario timurian (discendenti armeni di quei primi ospiti del villaggio) e con luigi antonio fino, presidente del comitato puglia-armenia.
per approfondire la storia di nor arax c'è il documentatissimo sito dell'animi
http://www.animi.it/online/problema-armeno/index.html
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