fondazione dello stato del mediterraneo dell'olea oleaster


facciamo finta di fondare un nuovo stato: è lo stato che ha come confini quelli dell'areale dell'ulivo.
l'ulivo definisce il mare mediterraneo, è mediterraneo dove c'è l'ulivo.



luigi guarrera, dell'istituto agronomico mediterraneo di bari, ci racconta dei progetti trans-mediterranei di agricoltura sostenibile.
l'ulivo è il centro di alcuni progetti che utilizzano concetti come sostenibilità e biodiversità per far crescere le identità locali in nome delle differenze, in una prospettiva di scambio di saperi.
la strada del parco agrario degli ulivi secolari per esempio è un progetto nato in quest'ottica: sono in via di realizzazione due percorsi che si specchiano nel mediterraneo, uno nell'alto salento, l'altro a idleb in siria.
l'ulivo e l'olio diventano il perno di un discorso che comprende natura, archeologia, arte, storia e tradizioni locali.
luigi ci guida tra progetti europei, programmi leader nel mediterraneo, raccontando bari come nodo di una rete mediterranea all'avanguardia e molto attiva su tematiche cruciali come il biologico.
si disegna un atlante diverso, fatto di progetti di cooperazione tra italia, siria, turchia, libano, malta, albania... dove ognuno mette a disposizione degli altri tecniche agricole millenarie per trovare una strada comune, sostenibile, da percorrere.

eravamo partiti pensando ai semi che attraversano il mediterraneo, lasciandoci trasportare dal valore simbolico e poetico di queste migrazioni.
quello che abbiamo trovato è stata una consapevolezza attiva del valore dell'agricoltura, e del rapporto stretto tra natura e cultura, tra coltura e rispetto, progresso, identità.
la globalizzazione, con la sua doppia faccia di possibilità di condivisione (messa in comune) e di perdita della proprie origini trova una sua risposta molto forte nel concetto di biodiversità.
e, parlando con le dottoresse donghia e calabrese dello IAMB (che ringraziamo tanto) in un pomeriggio di maggio, ci siamo resi conto di come l'agricoltura non possa essere slegata dal suo valore politico, nel momento in cui il primo 'esproprio culturale' di un colonizzatore verso il paese colonizzato passa dall'appropriazione delle sue piante.


ps: parlando di mediterraneo, luigi ci parla anche di un articolo apparso il giorno prima sul corriere della sera, di piero chiara, sull'attraversmento del canale di corinto:
http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/27/finto_zoppo_beffo_tedeschi_co_9_080527050.shtml

www.iamb.it
www.galaltosalento.it
www.biopuglia.it
www.terramadre2008.org
www.slowfood.it

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